Burnout pandemico, burnout genitoriale, o ‘semplice’ burnout da lavoro: le cause possono essere diverse ma la sostanza non cambia, perché si tratta di uno stato dove, letteralmente, la testa sembra scoppiare e il corpo si sente sfinito.
La sindrome da burnout è stata ben spiegata dalla scienza come ‘esaurimento fisico, emotivo o mentale’ , ovvero uno stato in cui il corpo, la mente e anche la parte emozionale esauriscono le energie e non riescono più a funzionare come dovrebbe essere naturalmente.
La stessa parola ‘burn out’ significa bruciarsi, esaurirsi e l’OMS l’ha definita come una forma di stress lavorativo che non si riesce a gestire con successo.
Quando la parola è entrata nel lessico degli italiani, era legata solamente al lavoro, ovvero si parlava di burnout solo con riferimento all’esaurimento fisico, mentale ed emozionale causato da troppo lavoro, da troppe scadenze e da troppi impegni.
Le cause individuate erano anche i cattivi rapporti con i colleghi, il senso di insoddisfazione, ma soprattutto un carico di impegni troppo gravoso, che spinge il corpo, la mente e le emozioni troppo oltre, finendo tutte le energie disponibili.
Con la pandemia, si è cominciato a parlare di burnout pandemico, ovvero di uno stato di sfinimento dovuto alle restrizioni, alle regole e alle mille precauzioni da seguire.
Inoltre, la pandemia ha portato con sé anche risvolti economici considerevoli, il che ha generato preoccupazioni su preoccupazioni per i lavoratori a ogni livello.
La sindrome da burnout coinvolge quindi anche la relazione figli genitori, che può diventare talvolta complicata. Ecco nascere il burnout genitoriale, ovvero uno stato di sfinimento dovuto a relazioni complicate nell’ambiente familiare.
Come si manifesta il burnout
Questo problema è stato codificato in diversi modi.
Dal punto di vista lavorativo, il burnout nasce soprattutto in ambienti competitivi, quindi può iniziare con la tendenza a dire sempre di sì a tutto e tutti al lavoro, per paura di perdere opportunità, ma anche di non fare carriera.
Dire sempre di sì coincide molto spesso con grandi sovraccarichi di impegno, meno tempo da dedicare a sé stessi e un logorio fisico, mentale ed emozionale.
Questa può essere considerata come una prima fase del burnout, che si può rispecchiare anche in altre sfere della vita, ovvero nelle relazioni familiari o con gli amici.
Ecco quindi nascere la seconda fase, dove la persona si sovraccarica di impegni, si trascura, distorce anche i suoi valori e mette il lavoro o altre sfere della vita prima di sé stesso.
L’alimentazione, in questi casi, può diventare poco salutare, si mangia poco e velocemente, non ci si concede il tempo per prendersi cura di sé stessi e il fisico ne risente.
Ecco quindi nascere i veri e propri sintomi del burn out, che sono ansia, stress fortissimo, sensazione di disconnessione dal mondo e dagli altri, fatica a dormire, fatica a relazionarsi, tendenza a non avere dei punti di riferimento.
Questo stato, a sua volta, può portare molte persone ad abusare di sostanze, dalla caffeina agli energy drink, fino all’alcol e alle sostanze stupefacenti.
L’ultima fase del burn out è il vero e proprio collasso, quando la persona non ha più forze per fare niente ed è quindi costretto a fermarsi.
7 consigli semplici per difendersi dal burn out
Difendersi dallo sfinimento può essere complicato, soprattutto se si lavora in un ambiente competitivo, se in famiglia ci sono dei conflitti in corso oppure se la situazione sociale è sfidante.
Farlo però è super consigliato, perché ne va della propria salute e del proprio benessere.
Ecco 7 consigli da considerare per difendersi dallo sfinimento.
- Pensare alle proprie esigenze: cercare di capire cosa chiedono il corpo e la mente e assecondarli, magari con riposo, buon cibo, una gita fuori porta o semplicemente una passeggiata all’aria aperta.
- Fare esercizi di rilassamento: anche dei semplici esercizi di respirazione possono bastare, come quello di inspirare profondamente e poi espirare, almeno per 3 volte quando ci si sente tesi.
- Assumere magnesio: stress e ansia possono ‘mangiarsi’ più magnesio del dovuto, quindi è bene reintegrarlo per rilassare il corpo e rinfrescare la mente, meglio se in forma Colloidale Pura come quello che trovi qui.
- Chiedere aiuto: se al lavoro o in altri contesti si fa fatica a fare tutto, è bene chiedere aiuto a qualcuno, anche solo per un periodo. In questo modo il carico di impegni diminuisce e il corpo può recuperare energia.
- Imparare a dire qualche No: spesso si dice di sì per paura di perdere delle opportunità, ma qualche No detto con consapevolezza può salvaguardare corpo e mente dallo sfinimento.
- Ridimensionare le aspettative: se le aspettative di vita o di carriera sono troppo alte, un’idea può essere quella di ridimensionarle, almeno fino a che non si recuperano le energie necessarie per raggiungerle.
- Curare il proprio benessere: ‘Mente sana in corpo sano’, perciò è bene prendersi cura di sé stessi, magari con aiuti naturali che favoriscono il benessere completo, come quello che trovi qui.
Prevenire il burn out è qualcosa che tutti possono fare per salvaguardare la propria salute e il proprio benessere, perché come succede in molti casi, prevenire è sempre meglio che curare. 🙂
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Ti auguriamo la migliore salute!